Pino nero
(Pinus nigra)

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Classificazione scientifica

FamigliaPinaceae
GenerePinus
Specienigra
Nomi comuniPino nero

Descrizione: Qui descrivo i caratteri generali visto la grande variabilità nell'areale di questa specie che si può definire collettiva.
Ha portamento arboreo con chioma piramidale in gioventù che diviene irregolare espansa con l'età, di colore generale verde scuro, le gemme sono ovoidali, appuntite e resinose, gli aghi hanno guaina persistente e si trovano in fascetti da due, lo strobilo mai grande è subsessile, simmetrico a maturità di colore bruno chiaro, ha squame tipicamente colorate di nero nella parte nascosta della faccia superiore dell'unghia, l'apofisi è dorsale e termina con un umbone mediamente mucronato.
Queste sono caratteristiche generali costanti in tutto l'areale.
In seguito si descrive la morfologia che interessa l'Italia nelle entità pino laricio e pino nero d'Austria per il resto si faranno sempre i riferimenti alle altre entità.
Raggiunge generalmente i 15-25 (35) metri di altezza, solo occasionalmente la subsp. laricio e subsp. nigra possono arrivare a 40 (50) m; il diametro può raggiungere e superare il metro; nella subsp. laricio il tronco è particolarmente dritto mentre nella sottospecie nominale, anche a causa dell'ambiente di crescita, è spesso rastremato a volte contorto e anche diviso.
Ha corteccia giovane di colore bruno grigiastro scagliosa ma con gli anni il ritidoma si suddivide in larghe placche con i solchi di colore scuro (placche più chiare e regolari in subsp. laricio) con bordo nero nelle entità centrali e orientali.
I rami nella pianta giovane, sono distribuiti in evidenti verticilli mentre con l'età si dispongono con meno regolarità, sono orizzontali con la parte terminale rivolta verso l'alto.
I rami sono sottili nel pino laricio mentre sono grossi e nodosi nella subsp. nominale (questi caratteri assieme agli aghi e alla maggior distanza dei palchi, fanno si che il pino laricio si differenzi per una estrema leggerezza della chioma).
I rami dell'anno sono glabri e lucenti, in pino laricio sono prima giallo ocra per divenire poi bruno rossastri, mentre in pino austriaco sono bruni grigiastri a volte con leggere tonalità giallastre.
La gemma apicale è lunga 12-24 mm, ovoide o cilindrico-ovoide e sempre appuntita all'apice, resinosa, particolarmente resinosa nel pino austriaco, hanno squame appressate ma quelle basali possono essere aperte e riflesse lunghe 5 mm con margine sfrangiato; sono di colore bruno chiaro ma quando ricoperte da resina hanno riflessi argentei ed aspetto biancastro.Il legno ha alburno bianco giallognolo ed ampio mentre ha duramen più scuro rossastro, in pino laricio rosso scuro è molto resinoso di tessitura media con fibre dritte; ha anelli ben evidenti e tra legno primaverile e legno tardivo vi è una netta distinzione a volte ci possono essere dei falsi anelli.
I canali resiniferi sono numerosi e larghi principalmente si trovano nel legno tardivo o di transizione.
La qualità tecnologica del legno varia notevolmente da provenienza a provenienza di conseguenza variano anche le sue utilizzazioni.
Generalmente è un legno resinoso con buone proprietà meccaniche ma non di grande durata se non trattato, viene usato generalmente per carpenteria grezza, un tempo veniva usato nelle miniere delle Alpi, ora viene usato anche come produzione di pasta per cellulosa.
Il miglior legno però si ottiene dal pino laricio, mentre il pino nero austriaco ha legno generalmente molto nodoso.

Foglie, Fiori, Frutti: Le dimensioni e la morfologia degli aghi sono i caratteri maggiormente utilizzati per l'attribuzione ad una delle due entità.Gli aghi sono lunghi (4) 8-16 (24) cm e spessi (1) 1,2-1,8 (2,1) mm; hanno sezione semicircolare e l'apice appuntito ma non sempre pungente di colore generalmente verde scuro ma in alcune provenienze possono essere più chiari.
Le due facce hanno 12-14 linee stomatifere, i margini dell'ago sono denticolati, la base del ramo corto che porta il fascetto di aghi è avvolta da una guaina persistente lunga 10-20 mm.
Di norma il pino austriaco ha aghi più corti del pino laricio però in alcune stazioni magre e in alcune varietà (var. dalmatica sensu Fukarek e var. italica) gli aghi possono essere molto corti anche 4-7 cm.
Lo spessore non differisce molto ma la lunghezza e la rigidità determinano l'aspetto dell'ago; generalmente sono diritti o leggermente incurvati e nel pino laricio possono avere più di una curvatura anche molto accentuata perciò sinuoso ma mai ritorto come in pino silvestre.
Nel pino laricio gli aghi sono flessibili appuntiti e poco o nulla pungenti hanno colore più chiaro; è stato osservato anche che i canali resiniferi in pino laricio possono essere assenti nel mesofillo che corrisponde alla faccia piana dell'ago (Gellini 1968)
Queste caratteristiche non hanno un sicuro valore diagnostico; più importante da un punto di vista tassonomico è il numero di strati e quindi dello spessore dell'ipoderma meccanico.
Esiste un gradiente da ovest verso est, nel pino laricio si hanno 1-2 strati mentre in pino austriaco si hanno, sempre con gradiente da ovest verso est, da 2 a 5 strati, questi strati con funzione meccanica determinano la rigidezza degli aghi e più gli aghi sono corti e anno più strati, più l'ago è pungente.
La fioritura avviene in primavera e a seconda della stazione va da aprile a giugno; i microsporofilli sono portati alla base del ramo dell'anno e compaiono all'inizio della fase di allungamento, a maturità sono di colore giallo.
I macrosporofilli sono portati eretti all'apice del ramo dell'anno e compaiono quando si evidenzia la gemma apicale inizialmente di colore verde ma a maturazione diventano di colore rosso carminio, sono portati da un breve peduncolo in gruppi di 2-4(5).
Gli strobili maturano nell'autunno del secondo anno e cadono nella primavera successiva di solito dopo aver già disseminato durante l'inverno.
Gli strobili maturi sono subsessili o leggermente peduncolati inseriti ortogonalmente al rametto o leggermente obliqui, sono lunghi (3,5) 5-8 (12) cm e larghi 2-4 (4,5) cm, sono lucenti e hanno colore bruno chiaro o anche giallastro; le squame sono lunghe 2,5-3 cm ben lignificate, hanno apofisi dorsale leggermente rilevata con umbone provvisto di un breve mucrone.
L'unghia della squama (la parte coperta superiore) è caratteristicamente colorata di nero che distingue questa specie dalle altre a livello europeo.
I semi sono molto grandi 5-7 mm di lunghezza, sono cuneiformi, compressi lateralmente di colore dal grigio bruno al grigio cenere con ala lunga diverse volte il seme; la fertilità è di solito alta, non sono dormienti e quando hanno la temperatura ideale germinano.
E' stato osservato che in pino laricio ci sono notevoli differenze nella temperatura ideale per la germinazione che dipende dalle provenienze (es.in Corsica +20°C, in Calabria +15°- +20°C) e la luce accelera la germinazione mentre il fotoperiodo non ha importanza.
I semenzali di pino nero hanno (5) 7-8 (10) cotiledoni sottili lunghi 2,5-3 cm glabri e privi di denticolatura, l'ipocotile è più o meno violaceo, sottile 1 mm di diametro, le foglie primarie sono lunghe 3-4 cm e sono piuttosto larghe, poco pungenti e provviste al margine di denti ravvicinati e brevi.
La gemma apicale quando compare è ricoperta di abbondante resina, i cotiledoni cadono nell'autunno del primo anno e le foglie definitive compaiono nell'anno successivo.
La plantula ha radice fittonante da cui si dipartono numerose radici secondarie che si espandono lateralmente producendo così un apparato radicale che è molto più sviluppato della parte epigea; è stato rilevato che la plantula ha le parti apicali delle radici ben micorrizzate da numerose specie di funghi. L'apparato radicale nella pianta adulta è ampio e particolarmente robusto, ha un fittone molto sviluppato ma anche grosse radici laterali che si dividono in altre, anch'esse robuste e molto allungate così possono esplorare grandi quantità di terreno anche all'interno di cavità, fessure nelle rocce, rendendo anche molto ben ancorata la pianta che raramente viene allettata dal vento.

Areale, Ecologia:  Il pino nero è specie eliofila e frugale caratteristiche di tutti i taxa del gruppo.
Non ha particolari esigenze di tessitura del suolo adattandosi a suoli sabbiosi anche ghiaiosi alluvionali o limoso argilloso anche compatti sia di natura calcarea che silicica.
Invece la reazione chimica del suolo caratterizza abbastanza bene le diverse sottospecie differenziando anche l'accrescimento la qualità del legname e le risposte alle esigenze stazionali.
 E' considerata una specie relitta che ha culminato l'espansione più recente al termine dell'ultima glaciazione grazie alle sue caratteristiche pioniere, in seguito similmente al pino silvestre ha subito una forte contrazione a causa delle modificate condizioni climatiche che hanno favorito numerose altre specie in particolare le latifoglie.
A differenza però del pino silvestre l'areale del pino nero è fortemente frazionato e distribuito esclusivamente nelle regioni montuose che gravitano intorno al Mediterraneo, dal Nord Africa, nella Penisola Iberica, nell'Anatolia fino alla Crimea.
La caratterizzazione delle entità sottospecifiche si basa sulla morfologia ma anche sull'autoecologia e la corologia.
In Italia sono presenti Pinus nigra subsp. laricio (Poir.) Maire e Pinus nigra J.F. Arnold subsp. nigra.
Il primo è presente in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sardegna, Sicilia sull'Etna e in Calabria in particolare sulla Sila ma anche in Aspromonte a quote comprese fra i 900-1000 e 1600-1800 fino a 2000 m sull'Etna.
Il secondo si trova in quasi tutto il nord e centro, in Molise e Campania. In Abruzzo nella Valle di Sangro con la var. italica Hochst. detto anche pino di Valletta Barrea a quote comprese fra i 1000 e 1350 m; popolazioni anche estese si trovano sui rilievi prealpini ed alpini in Friuli con la var. austriaca Loud detto pino austriaco; in queste zone si può trovare anche con popolazioni naturali alle foci del fiume Tagliamento e con popolazioni introdotte sul Carso dagli austriaci. Normalmente si trova sui versanti molto acclivi fino a 1300-1500 m ma spesso anche 200-500 m.

Presenza regionale

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